Aggiornamenti importanti

Pagine di promozione culturale e turistica

lunedì 28 gennaio 2013

Promozioni SCIULLO TRANSFER



CAMPO DI GIOVE - Il servizio navetta "SCIULLO TRANSFER" ha programmato una serie di date per consentire a chi avesse la necessità, o semplicemente volesse concedersi qualche ora di svago e shopping, il raggiungimento di località limitrofe come Sulmona, Castel di Sangro, Pescara e Chieti.


Si va dal nuovo centro IKEA di San Giovanni Teatino al mercato di Castel di Sangro, senza tralasciare quello di Sulmona ed il centro di Pescara.


Le partenze, fissate in orari tali da consentire una comoda organizzazione sono così dettagliate:




- mercoledì 6 febbraio partenza ore 14:30 con destinazione IKEA di San Giovanni Teatino (Ch);

- venerdì 15 febbraio partenza ore 14:30 con destinazione PESCARA;

giovedì 7 marzo partenza ore 09:00 con destinazione mercato di CASTEL DI SANGRO;
- sabato 16 marzo partenza ore 09:00 con destinazione mercato di SULMONA;


Per prenotazioni ed info, telefonare al numero: 340.7714646


mercoledì 23 gennaio 2013

Aggiornamenti meteo

CAMPO DI GIOVE - Dopo le ultime nevicate dei giorni scorsi, tutto lasciava presagire in un "recupero" per chi avesse voluto sciare sulle piste degli impianti, purtroppo le temperature alte ed un forte vento di scirocco hanno vanificato tutto. 

Continua così una stagione invernale piuttosto sfortunata. 

Non resta che sperare nei prossimi giorni di fine mese.

Apprendo questa mattina, dal personale addetto agli impianti di risalita, che gli stessi sono aperti, si è provveduto alla battitura delle piste, consentendo così di sciare, le condizioni attuali sono:

Neve alla base: 30 cm
Neve in quota: 80 cm


venerdì 18 gennaio 2013

Nevicate nella notte a Campo di Giove

CAMPO DI GIOVE - Questa mattina il paese si è svegliato coperto da circa 60 cm di neve, durante la notte infatti, come da previsioni, si è verificata un'intensa e continua nevicata.
Il tutto ovviamente lascia ben sperare per un'apertura finalmente completa degli impianti di risalita. A questo proposito segnalo alcuni riferimenti da contattare per info in tempo reale: 0864.408164 / 0864.408151


venerdì 11 gennaio 2013

Vincenzo e "u mazzamareje"

Di seguito troverete un piccolo racconto scritto da Marco Del Mastro. Il protagonista è "u mazzamareje", un personaggio fantastico riconducibile ad un folletto. 
Tanti di noi hanno avuto la fortuna di sentirsi raccontare dai propri nonni, storie di fantasia con al centro il famoso personaggio, racconti che per noi campogiovesi, non potevano trovare altra collocazione che nei boschi circondanti il paese. 
Una testimonianza (senza indulgere in facili accenti nostalgici) di quanto nel passato, aiutati da uno stile di vita più semplice e sereno, l'attività di immaginazione fosse senza dubbio, una piacevole e praticata attività. 


di Marco Del Mastro

Era il periodo autunnale, erano i giorni dopo le feste patronali, Vincenzo, come suo solito, andò a fare la provviste per il fuoco. Prese la stradina brecciata, comoda da percorrere che dal paese portava al bosco. 
Si munì di ascia e roncola e cominciò a camminare. Arrivò in un punto dove la vegetazione era rigogliosa  anche se ormai secca visto che era autunno. Gli arbusti in quel punto erano sottili, allora Vincenzo prese la roncola e cominciò a tagliare. Terminato il lavoro, riordinò le ceppe (1) e ne fece una fascina. 
Prima di riprendere la strada che portava al paese, decise di fumarsi un sigaro appoggiato ad un albero a pochi metri da dove prima aveva tagliato legna. Era l'imbrunire, il bosco aveva assunto un aspetto quasi lugubre e scuro, ma Vincenzo di questo non pareva preoccuparsi. 
Ad un tratto, dietro di sé, sentì le foglie muoversi, non si voltò, credendo che quel rumore fosse stato provocato da un animale, poteva essere stato un cinghiale o un cervo. Spense il sigaro, lo rimise in tasca e fece per riprendere le sue ceppe, che però... erano sparite! Dapprima pensò che qualcuno fosse riuscito abilmente a rubarle, mentre ragionava così, ecco che tra i fitti arbusti intravide una figura brutta ma che destava una forte simpatia, pian piano si avvicinava a lui, questa figura era bassa, sdentata, con i capelli tutti arruffati e vesti logore, man mano che si approssimava a Vincenzo, era sempre più nitido il suono del suo fischiettare, un suono intervallato da risa, era "u mazzamareje". 
Spariva e ricompariva all'improvviso, con grande abilità, in mano aveva dei campanelli che agitava di continuo, parlava ma non si comprendeva nulla di quanto dicesse... Vincenzo, sebbene timoroso, messa la mano sulla roncola cercò di scacciarlo, sapeva infatti che quel folletto poteva portare solo un grande scompiglio. "U mazzamareje" sparì, Vincenzo allora, di nuovo tranquillo, riprese la strada di casa. Giunto davanti alla porta, prese la chiave ed entrò in casa, aveva fame, aprì la mejse (2) ed ecco che d'improvviso davanti a sé vide spuntare di nuovo "u mazzamereje", il quale prendendo a parlare gli disse: "Tu m si scacciat, t pozza coje la mala sort" ("Mi hai scacciato via, d'ora in poi possa coglierti la mala sorte"), subito dopo queste parole il folletto sparì di nuovo dalla vista di Vincenzo il quale non volle dare nessun peso alle sue parole, se ne andò così a dormire. 
Dopo la mezzanotte, quando ormai Vincenzo era già ben che addormentato, il dispettoso folletto iniziò a buttar giù tutte le pentole, creando tanto baccano, la moglie si svegliò a causa di tutto quel rumore, andò subito in cucina per capire cosa stesse accadendo... Tutte le stoviglie erano a terra, la cucina era un disordine completo, con grande pazienza rimise tutto in ordine e tornò a letto... Qui il suo Vincenzo era alle prese con le coperte che l'indesiderato ospite aveva pensato bene di togliere dal letto, buttandole a terra... Tutta la notte trascorse così, con i due coniugi nel vano tentativo di riportare un po' di calma e serenità nella propria abitazione. 
Di giorno tutto andava liscio... Di giorno... 
La notte invece, sempre più spesso "u mazzamereje" tornava ad indispettirli...
Ma orami Vincenzo si era abituato...

(1) Ceppe: termine dialettale che indica i rami secchi di un albero, in particolare quelli utilizzati per l'accensione dei fuochi domestici.
(2) Mejse: termine anche questo dialettale che indica la credenza.

domenica 6 gennaio 2013

La ferrovia

Con sempre rinnovato piacere, di seguito pubblico una nuova lettera inviatami dal Prof. Italo De Vincentiis, questa volta la sua testimonianza riguarda alcuni momenti della sua fanciullezza quando, accompagnando suo padre medico, si servivano della ferrovia per raggiungere i malati nonostante i forti disagi creati dalla neve... Buona lettura!




di Italo De Vincentiis


Chiamato di giorno e di notte, ricordo ancora quando mio padre tornava all'alba nelle nevose notti invernali, avvolto nel mantello a ruota di feltro blu, con il cappello calato sulle orecchie ed i ghiaccioli pendenti dai baffi.

Non aveva pace: lo chiamavano anche da Cansano, un paese vicino, dove si recava a piedi o a dorso di mulo, spesso c'era da assistere i dipendenti della ferrovia. 

La strada ferrata è stata costruita nel 1895 e fa parte del tronco Pescara - Napoli, corre lungo le falde della Maiella fra pinete e gallerie raggiungendo quasi 1.300 metri di altezza presso la stazione Rivisondoli - Pescocostanzo, ancora oggi la più alta d'Italia.

Il mantenimento della funzionalità di questo tratto era difficile ed oneroso. D'inverno la neve, che raggiungeva i due ed anche i tre metri d'altezza, copriva completamente le rotaie ed i treni a vapore non riuscivano a procedere oltre. 

Per la manutenzione della linea ferroviaria erano stati costruiti alcuni caselli (quasi ogni Km) in ognuno dei quali viveva un'intera famiglia che d'inverno restava completamente isolata. 

Solo in caso di assoluta necessità i casellanti erano autorizzati a fermare il treno. Capitava però che in pieno inverno un bambino si ammalasse, o una donna avesse problemi ginecologici, allora il capofamiglia si sentiva autorizzato a piantarsi in mezzo al binario, fra due montagne di neve, con in mano un lume dai vetri rossi col quale avvisava il macchinista di fermarsi. 
Salito sul treno raggiungeva la stazione più vicina e da lì chiamava il medico di reparto del tronco ferroviario Cansano - Campo di Giove - Palena che in ogni stagione e con ogni tempo si precipitava alla stazione dove lo attendeva "il carrello", un aggeggio particolare costituito da quattro assi di legno inchiodate su quattro ruote ferrate con una manovella che regolava il freno, come quelle che spesso si vedono nei film western. Il carrello veniva agganciato all'ultimo vagone e, quando il treno andava in salita, veniva sganciato davanti al casello ferroviario. 

Mio padre scendeva riparato dalla immancabile mantella a ruota, insieme al casellante venuto a chiamarlo e che fungeva da manovratore. Il carrello restava sulle rotaie fino a che la visita non era terminata, ripartiva allentando semplicemente il freno.

Una volta convinsi mio padre a portarmi con lui, mi coprii molto bene e mi sdraiai sulle assi del carrello.  Andavamo in salita, dentro la galleria era un inferno: rumore fortissimo, freddo intenso e il vapore della locomotiva che rendeva l'aria irrespirabile. All'improvviso sentii armeggiare, un rumore di freni ed un fischio della locomotiva fecero rallentare il carrello fino a fermarlo. 
Sul piazzale del casello c'era un uomo che mosse verso di noi con un arnese in mano: era una "scarpa" metallica da porre sotto una ruota del carrello per evitare che, nonostante il freno, si muovesse verso la discesa. Finito il suo intervento mio padre salutò i componenti della famiglia e risalimmo sul carrello. 
Man mano che si scendeva, nonostante l'addetto provvedesse a frenare, mi sembrava di volare fra due trincee di neve, provando anche una gran paura quando si entrava nel buio delle gallerie. 

Ero terrorizzato, ma fu un'esperienza che ripetei più volte.

Spesso la ferrovia era completamente bloccata dalla neve, le due locomotive, una in testa e l'altra in coda al convoglio, non ce la facevano a salire verso gli Altipiani d'Abruzzo. Occorreva spalare la neve a mano, a questo scopo venivano chiamati tutti gli uomini abili del paese, un grosso avvenimento, era infatti per loro l'unico modo per guadagnare un po' di denaro. 
Lavoravano tutta la notte per permettere il transito dei treni il giorno successivo; il sorvegliante del tronco ferroviario girava per le vie del paese immerso nel più assoluto silenzio, dando fiato ad una specie di corno quale sembrava essere quella specie di tromba che era d'obbligo in tutte le stazioni ferroviarie di montagna. 
Il suono del corno mi raggiungeva a letto e lo ricordo ancora oggi lugubre, continuo, ossessionante. A quel richiamo tutti gli uomini accorrevano armati di pala e forniti di due grosse fette di pane o di "pizza gialla" e di una borraccia di vino. Semisveglio nel letto, sentivo gli uomini che correvano lungo i sentieri aperti sulla nave, con passo ovattato, chiamandosi l'un l'altro quasi sottovoce, ma con un'inflessione gioiosa. 

Spesso si doveva lavorare per una giornata intera e le donne raggiungevano i proprio uomini portando viveri e bevande: vale a dire una minestra calda e altro vino...

mercoledì 2 gennaio 2013

Servizio Navetta a Campo di Giove

CAMPO DI GIOVE - Rispondendo alle richieste di diversi turisti sulla presenza ed operatività di un servizio navetta a Campo di Giove, di seguito riporto la scheda relativa a SCIULLO TRANSFER


SCIULLO TRANSFER è un servizio navetta che offre la possibilità di spostamenti da e per  Campo di Giove verso le località regionali ed interregionali. Ideale per gli spostamenti verso gli impianti di risalita di Campo di Giove e le principali località sciistiche abruzzesi.

In particolare si rivolge a quanti necessitano di un servizio taxi collettivo. 
Per info e prenotazioni contattare il numero: 340.7714646


"Sciare o camminare in uno dei luoghi più belli dell'Appennino Abruzzese è senza dubbio un piacere. Sarebbe perfetto se a questo si aggiungesse la comodità di non dover pensare al parcheggio, al traffico e a tutto lo stress degli spostamenti. 
Per questo abbiamo pensato di fornire un comodo servizio di navetta per raggiungere gli impianti di risalita delle stazioni sciistiche di Campo di Giove, Pescocostanzo e Roccaraso.
Ma non solo...
Il servizio è fruibile per gite organizzate, trasferimenti da e per stazioni ferroviarie, aeroporti, porti etc...".


Capacità del mezzo 8 posti

Per prenotazioni ed info, telefonare al numero: 
340.7714646 

(Ufficio sito in Piazza A. Duval, 9 67030 Campo di Giove -Aq-)